sabato 12 ottobre 2013

SVEZIA AD ALTA VOCE

Il 28 marzo, ultimo giorno della Fiera del libro per ragazzi, ho partecipato a Bologna a una tavola rotonda sul tema La letteratura svedese per ragazzi: uno strumento per aiutarli ad affrontare le difficoltà della vita quotidiana.
 Ospiti dell'incontro sono stati, tra gli altri: Åsa Lind1, Ulf Stark2, Joanna Dillner3, Laura Cangemi4 e Pino Costalunga5 nella veste di moderatore.
Si trattava di conoscere alcuni degli scrittori di cui stavo leggendo e recensendo i libri: dovevo esserci. 

Non riporterò in modo dettagliato le parole dei partecipanti. Mi interessa piuttosto raccontare quanto emerso dagli interventi degli ospiti perché credo possa dare ragione della mia passione per la letteratura svedese e per la lettura ad alta voce, altro tema dell'incontro bolognese. 
 Perché leggere ad alta voce autori svedesi?

Spesso a scuola accade che l'insegnante non legga ad alta voce ai bambini, forse per mancanza di tempo, per un sovraccarico di lavoro che non lascia abbastanza spazio per questa attività gratuita, che non dovrebbe implicare alcuna valutazione. C'entra anche la mancanza di coraggio: il coraggio di scegliere i libri adatti secondo il proprio gusto e secondo le reali esigenze della classe. Capita infatti che gli insegnanti si affidino ai pareri dei colleghi, leggendo libri che ci si aspetta di dover leggere a una certa età. Inoltre, non sempre gli insegnanti vanno in cerca di titoli nuovi e di proposte editoriali divergenti le scelte consuete. Si perde così l'occasione di andare oltre il già conosciuto; si trascura di nutrire la parte spirituale che risiede in ciascuno di noi, adulti e bambini: quella parte potente, energica, intuitiva che ha bisogno di cura, delicatezza e gesti rituali condivisi.
Come sottolinea Pino Costalunga, leggere ad alta voce aiuta a coltivare l'empatia, il legame affettivo che si crea attraverso la voce e la gratuità del gesto, perché chi legge non deve pretendere nulla in cambio, neanche l'ascolto. Fondamentale è la selezione delle opere adatte, leggerle, appassionarsi ad esse.
Penso agli sguardi concentrati dei miei alunni quando leggo con espressione e passione i libri che anche io amo: in aula succede qualcosa che non ha niente a che fare con il silenzio imposto loro come regola. Nella lettura animata risiede una magia che non si crea ascoltando leggere ciascun bambino lo stesso brano più volte: c'è l'incantamento prodotto dalla voce, dalle espressioni facciali, dalla gestualità delle mani, del corpo; c'è la possibilità di creare delle relazioni significative fondate sulla passione condivisa per un libro, per dei personaggi, per un autore. Se chi legge ad alta voce conosce ed ama una storia, l'ascolto si propaga e diventa denso e attivo, si diffonde nello spazio e attraversa il corpo, animandolo con sospiri, risate, movimenti repentini delle braccia, delle gambe, dei piedi.
Ci sono bambini che si tengono per mano, che si abbracciano, che si guardano e sorridono, che si alzano e si siedono vicino agli amici. Quando leggiamo ad alta voce in classe stiamo facendo qualcosa che “ci riguarda”.
 Pino Costalunga e Joanna Dillner






Per Joanna Dillner il libro deve attivare il riconoscimento, in chi legge e in chi ascolta. Non deve distaccarsi dalla realtà. I bambini devono riconoscersi nella storia letta e gli autori devono raccontare qualcosa di riconoscibile. L'editore, da parte sua, deve saper selezionare i libri che daranno un giorno la gioia al bambino; libri all'altezza dei loro interessi e della loro curiosità, come Lupo Sabbioso. Il tema centrale deve essere la vita del bambino, la sua quotidianità, raccontata con il linguaggio di tutti i giorni, senza banalizzarlo. La lettura animata, inoltre, è profondamente democratica perché tutti i bambini hanno accesso alla bellezza, delle parole e della storia.
Åsa Lind, Lupo Sabbioso, edizioni BohemPress Italia, Illustrazioni di Alessandro Sanna


Ci sono bambini ed adolescenti che hanno difficoltà a decifrare la scrittura. Attraverso la lettura ad alta voce si crea come uno spazio in cui si è tutti sullo stesso piano, perché tutti possono godere della storia, ognuno con una sua “lettura” e tutti possono concentrarsi sul contenuto, senza essere frenati dalla difficoltà tecnica del leggere. 
A tale proposito, Ulf Stark sostiene che il libro non deve essere prescrittivo riguardo l'interpretazione: deve lasciare aperte diverse letture. In una storia non ci deve essere tutto, non bisogna dire tutto in modo esplicito: un libro dovrebbe lasciare sempre lo spazio perché si possa parlare liberamente di ciò che può evocare in ciascuno. In questo senso il libro diventa un luogo d'incontro, una piattaforma per una conversazione comune centrata sul testo letto/ascoltato e ha un potente effetto terapeutico, perché “c'è sempre bisogno della letteratura per affrontare problemi grandi”6. Se c'è rispondenza tra le curiosità vive dei bambini e il libro scelto, la discussione, il confronto tra le diverse interpretazioni, la condivisione delle emozioni suscitate possono scaturire senza la sollecitazione dell'insegnante perché se il libro è davvero adatto saranno i bambini a volerne parlare insieme. E ne continueranno a parlare in giardino, a mensa, a casa. Pertanto è importante scegliere libri coraggiosi, storie in cui gli autori assumono lo sguardo dei bambini e raccontano con delicatezza, sincerità e pudore di qualsiasi cosa. 

 Finora ho presentato tre scrittori svedesi, tre libri formidabili per il tipo di scrittura e per i temi trattati: Tsatsiki e Mà7, Lupo Sabbioso e Quando si ruppe la lavatrice
Perché autori svedesi? Cosa c'è di particolare nella letteratura svedese per l'infanzia? C'è una visione del bambino come persona in evoluzione, cui si può parlare di tutto partendo dalla sua prospettiva e non parlando dall'alto allo scopo di educarlo velatamente. C'è il coraggio di affrontare argomenti difficili (bullismo, sessualità, solitudine, morte...) inserendoli all'interno di un contesto più leggero, divertente. C'è il coraggio di aderire alla realtà proponendo storie piacevoli e riconoscibili usando il linguaggio di tutti i giorni.
Nelle storie traspare la grazia e la bellezza di ogni bambino, di ogni adolescente.
Sono libri che suggeriscono soluzioni alternative ai problemi, che propongono come possibile uno stile di scrittura senza luoghi comuni, che accompagnano a scoprire l'infanzia e l'adolescenza senza finte censure.
I libri svedesi osano, senza emettere giudizi, senza tradire la fiducia del lettore, che non vuole essere istruito. 

Iara Ciccarelli Dias

1 Äsa Lind, autrice di Lupo Sabbioso, edizioni BohemPress (http://www.bohempress.it), presentato nel n°2/2013 di CE, la rivista del Movimento di Cooperazione Educativa (MCE)
2 Ulf Stark, autore di Quando si ruppe la lavatrice, edizioni Piemme Junior, collana Il battello a vapore, presentato nel n° 1/2013 di CE.
3 Joanna Dillner, editor della BohemPress Editore.
4 Laura Cangemi, notevolissima traduttrice e interprete dallo svedese. Ha tradotto, tra gli altri, i libri di Ulf Stark, Åsa Lind e Moni Nillson.
5 Pino Costalunga, responsabile artistico di Glossateatro di Vicenza (www.glossateatro.it), lavora molto come lettore animatore/promotore della lettura per bambini, ragazzi e adulti e cura corsi sul tema. Dallo svedese ha di recente tradotto un libro di Ulf Stark, Principessa Piccolina, edito dalla Raffaello nella collana Le pepite.
Intervento di Åsa Lind.
Moni Nillson, Tsatsiki e Mà e Tsatsiki e Pà, BohemPress, presentati nel n° 4/2012 di CE

 Articolo pubblicato nella rubrica Letture in CE, n° 3/2013 (http://www.mce-fimem.it/editoria/coop_ed/coop_ed.html, http://www.erickson.it/Riviste/Pagine/Scheda-Rivista.aspx?ItemId=38457)

Consiglio di visitare il sito: http://www.bohempress.it/catal.htm
Per quanto riguarda i libri di Ulf Stark, suggerisco di consultare:  http://www.feltrinellieditore.it/autori/autore/stark-ulf/ e http://www.leggereperleggere.it/principessa-piccolina.html
A proposito di Pino Costalunga suggerisco questo video sul canale youtube di Glossateatro: Lupo sabbioso, capitolo 1.mpg

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