Eva Ibbotson
Lo specchio delle libellule
Salani, Milano, 2010
(titolo originale The Dragonfly Pool)
Traduzione di Paolo Antonio Livorati
Romanzo adatto a ragazzi e ragazze a partire dai dieci anni
Recensione di Iara Ciccarelli Dias
Lo
specchio delle libellule1
non è un romanzo qualsiasi. È un'opera di fantasia, una storia
d'avventura e, insieme, un romanzo di formazione con numerosi cenni
storici: ci svela qualcosa della vita dell'autrice e qualcosa della
storia dell'Europa durante la Seconda guerra mondiale.
Eva Ibbotson
è nata in Austria nel 1925 ed è morta nel Regno Unito il 20 ottobre
2010. Il suo vero nome è Maria Charlotte Michelle Wiesner. A causa
delle leggi antisemite, emigra giovanissima in Inghilterra. Qui
frequenta per un certo periodo una scuola speciale di cui conserva
vivi ricordi. Accade spesso che un luogo significativo nella vita di
una persona si conservi intatto nella memoria con un potere evocativo
molto forte. È quel che accade a Eva: una volta adulta, la
scrittrice recupera il suo luogo magico restituendolo al lettore con
candore e limpidezza, facendolo diventare protagonista inanimato ma
centrale di una storia. Un'assemblea a Summerhill |
Al suo arrivo a Dartington Eva reagisce come la protagonista
del romanzo, Tally, di undici anni, l'alter-ego della scrittrice.
Stupore e smarrimento.Attraverso
le lettere di Tally al padre ricostruiamo il profilo di una scuola
che nel 1987 è stata chiusa per uno scandalo mal gestito. David
Gribble2,
con altri due colleghi, insieme a un gruppo di genitori e allievi,
capirono che non si poteva perdere la sostanza del metodo educativo
che si seguiva a Dartington e fondarono una nuova scuola, la Sands
School, tuttora attiva. Storia e
finzione si intrecciano senza soluzione di continuità: Eva condivide
con il lettore la sua straordinaria esperienza in una scuola speciale
dove le lezioni di biologia cominciavano alle quattro di mattina. Con
lo sguardo incantato di Tally scopriamo i principi educativi che
tuttora animano le scuole libertarie, conosciamo l'organizzazione
interna, le assemblee democratiche, le attività, i corsi, i rapporti
speciali tra alunni e insegnanti. Eva e Tally frequentano
Dartington/Delterton durante la Seconda guerra mondiale, proprio
quando il re d'Inghilterra annuncia alla radio l'entrata in guerra
della nazione contro la Germania di Hitler. Dal tetto della terrazza
della palestra Eva/Tally vede bruciare Plymouth, a cinquanta
chilometri di distanza.
Tally arriva
a Delterton senza sapere nulla della scuola che la ospiterà. È
convinta che si tratti di un collegio per ricchi, uno di quelli
frequentati dai suoi cugini, con tanto di regole impossibili,
dormitori, scherzi notturni, divise e inchini al preside. Ma già
alla stazione di Londra inizia a capire che il suo destino non sarà
quello di frequentare una comune scuola privata per sole ragazze.
Delterton ha la fama di essere un nido di ribelli, indisciplinati e
promiscui ragazzi che danno del tu agli insegnanti: questi giudizi
ricorrono spesso nel romanzo, a testimonianza di come venivano
considerate le scuole libertarie. Scuole che ospitavano insieme
ragazzi e ragazze e non differenziavano il tipo di istruzione in base
al genere di appartenenza. I principi educativi di
Delterton/Dartington animano tutte le pagine del romanzo, facendolo
diventare qualcosa di palpitante e vivo nelle mani del lettore, che
divorerà il libro con uno slancio e una passione simili a quelli di
Eva mentre lo scriveva.
Summerhill School |
Il viaggio di ritorno in Inghilterra è pieno di insidie, ma anche di occasioni per dimostrare di che pasta sono fatti i ragazzi di Delderton. Tra loro c'è Kit, un ragazzino pauroso, timido, impacciato, represso, in perenne difficoltà con le non-regole della scuola. Durante il viaggio Kit avrà l'opportunità di aiutare Karil e di riconoscere dentro di sé uno spirito combattivo, coraggioso. Kit è importante nel romanzo, dà voce a quei ragazzi che hanno difficoltà a trovare in sé la forza per gestirsi in autonomia, senza che qualcuno da fuori dica e imponga confini, regole e comportamenti. All'inizio del romanzo Kit confida ai suoi amici qualcosa di molto importante per comprendere che la conquista della libertà non ha a che fare con l'apparente assenza di regole prescrittive: «A me non dà fastidio essere represso. Non mi piace quando mi dicono che posso fare quello che voglio. Io voglio che mi dicano che cosa fare.»3
Un metodo d'insegnamento, una didattica, un modo di fare scuola non è valido di per sé, si misura sempre con i ragazzi con cui stabiliamo la relazione educativa. A volte, una didattica attiva libera da schemi precostituiti e riconoscibili può disorientare, confondere e agitare. Per alcuni bambini il passaggio dalla motivazione manipolata e coatta alla conquista della motivazione interna è più fluida; per altri il percorso è più complicato, lungo e irto di ostacoli, per sé e per gli adulti di riferimento. Sono aspetti cui tener conto, sempre. Non si può dare per scontato che un certo metodo possa andar bene per chiunque da subito.
Il
romanzo è lungo ma scorrevole e avvincente. Non posso rivelare tutti
i colpi di scena, priverebbero il lettore del piacere della scoperta.
Eva
Ibbotson condisce il romanzo di simboli e di messaggi che non hanno
nulla di retorico e istruttivo. È significativo per esempio
l'inserimento del mito di Persefone e Demetra all'interno di una
storia che racconta la lotta per l'autodeterminazione di un bambino
perseguitato (Karil), di un piccolo paese ingannato (la Bergania) e
di molte nazioni imprigionate in un conflitto mondiale.
Il
destino del singolo è legato al destino di tutti: il destino di
Persefone ricade sulla Madre che disperata dimentica i suoi doveri e
lascia che piante fiori ed erba muioano. I ragazzi di Delterton
trovano che il mito sia «un argomento pertinente da affrontare in un
momento in cui il mondo sembrava avere per la testa tutt'altro che
rinnovarsi».4
Nel mito c'è tutto: c'è il ciclo di morte e vita della natura.
Tally e i suoi compagni lo comprendono e decidono di mettere in scena
il rapimento e la rinascita di Persefone.
Recensione pubblicata in CE nella rubrica Letture, n° 4/2014
1 Eva
Ibbotson è stata una scrittrice poliedrica: ha scritto di streghe,
fantasmi, creature improbabili, contesse segrete, principi in fuga,
zie e istitutrici sorprendenti, viaggi avventurosi. In Italia è
edita da Salani Editore.
2 David
Gribble è il fondatore della Sands School. Per ulteriori
informazioni si può leggere di lui e della scuola al seguente
indirizzo:
http://www.libera-unidea.org/foto%20mostra%20scuola/pannello%2017%2018%2019%2020%20-%20sands%20school.pdf
3 Lo
specchio delle libellule, pagina 61.
4 Ibidem,
pagina 92
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