giovedì 7 maggio 2015

"A MOUSE TOOK A STROLL..."

 
 Recensione di 
Iara Ciccarelli Dias

The Gruffalo
Testi di:
 Julia Donaldson
Illustrazioni di:
 Axel Scheffler
Macmillan, 1999

Consigliato a partire dai tre anni.


C'è un libro per bambini che amo molto: A spasso col mostro1. Si tratta di un albo illustrato. È scritto in versi e in rima. I versi sono divertenti, cadenzati, facili da memorizzare e ripetere.
L'autrice è inglese. Finora l'ho letto nella traduzione italiana. Ai bambini piace sia per il testo sia per le illustrazioni, accattivanti, curate e ricche di particolari.
Quest'anno l'ho letto in lingua originale: oltre a Matematica, Scienze, Musica e Motoria, da settembre insegno anche Inglese in due classi terze. Sebbene sia stata io a scegliere di cimentarmi nell'insegnamento di L2, non posso nascondere le mie preoccupazioni ad avviare un lavoro in una lingua che sto studiando solo da due anni. Insegnare una lingua straniera non è semplice, non è ovvio, non è scontato.
Interrogativi, dubbi e tantissime perplessità: Come iniziare? In che lingua parlare? Cosa proporre? Sono entrata in classe piena di timori: non sono laureata in lingue, non conosco l'Inglese a tal punto da avere una perfetta pronuncia. Ho il diploma PET che certifica un livello di conoscenza della lingua che il M.I.U.R. ritiene sufficiente per rilasciare l'abilitazione all'insegnamento. Che significa insegnare la lingua inglese nella scuola primaria?
A parte tutte le considerazioni che possono emergere a tal proposito, mi sono detta che non sarei stata un'insegnante peggiore di altre, per lo meno avrei potuto trasmettere la passione per una lingua straniera e contagiare i bambini con la curiosità per un altro alfabeto, per altri suoni, per altre parole. Avrei imparato con i bambini, proprio come ho imparato ad amare la Matematica insegnandola. Questa speranza si sta realizzando. Mi accorgo di giorno in giorno che mi piace quest'avventura nell'universo linguistico inglese e mi piace come la sto affrontando. Riscopro anche l'entusiasmo iniziale, quello che anima le maestre a inizio carriera, appassionate di scuola, di bambini e della relazione magica che si crea facendo insieme.

In una riunione di inizio anno, le insegnanti delle medie hanno “chiesto” alle maestre di Inglese della primaria di concentrare l'attenzione sull'ascolto di parole frasi e canzoni. Insomma, avremmo dovuto sviluppare il “Listening”2 e non il “Writing” Ma come si fa a tenere separate le competenze? E come si può fare per mantenerle “unite”? Leggendo. Ho scelto The Gruffalo di Julia Donaldson, proprio quel libro che ero solita leggere ai bambini in italiano.
In libreria ho trovato una bella edizione in lingua originale con allegato un CD. Le illustrazioni sono grandi e il CD contiene la traccia audio del testo: una lettrice inglese legge la storia interpretandola in modo coinvolgente con voci, esclamazioni, sospiri e pause. 

Illustrazione tratta dal libro
La storia racconta di un topolino che durante una passeggiata nel fitto bosco incontra, uno dopo l'altro, una volpe una civetta e un serpente. Il topino sembra appetitoso e i tre animali vorrebbero mangiarlo ma il topo, piccolo ma astuto, riesce a ingannare i predatori dicendo che deve incontrare una creatura chiamata Gruffalo. Il topino descrive l'essere aggiungendo sempre nuovi particolari spaventosi e per renderlo più terribile dice a ciascuno di loro che il piatto preferito del Gruffalo è la volpe arrosto, il gelato di civetta e il pasticcio di serpente. 
A questo punto i tre avventori affamati fuggono via spaventati e il topino continua a passeggiare fischiettando, burlandosi della loro stoltezza. Mentre passeggia ridacchiando, s'imbatte nel mostro che pensava di essersi inventato. Il Gruffalo vede la piccola creatura e vorrebbe mangiarla. Il topolino però riesce a burlarsi anche del mostro gigante che alla fine della storia si convince di avere di fronte un terribile topo malvagio. 
L'albo è consigliato a bambini a partire dai tre anni di età. Io lo leggo di solito in italiano fino alla terza classe. Non è una storia scontata e non è prevedibile. Il topino descrive una creatura mostruosa senza essere consapevole della sua esistenza. Quando finalmente scopre che si tratta di un essere reale, non fugge, non si scoraggia. Ha fiducia in se stesso, rischia, azzarda. Usa l'intelligenza e la logica per prendere in giro un mostro molto più grande, molto più forte, che potrebbe divorarlo in un istante. Ai bambini non piacciono i libri ovvi, non piacciono le storie in cui si intuisce il finale fin dall'inizio. Il Gruffalo è pieno di sorprese che aiutano i bambini a intuire che niente è come appare: un piccolo topo marrone può essere molto più furbo della volpe, più saggio della civetta e più cinico del serpente e prevalere su un mostro grande e grosso dotato di artigli, zanne e denti minacciosi. 

Illustrazione tratta dal libro
Anche il testo inglese è in versi e in rima. Rime gustosissime e sonore. Si intuisce un ritmo e una musicalità piacevoli. Oltre ad essere gradevoli per i suoni che esse mettono in risalto, le rime aiutano a memorizzare la pronuncia e a ricordare le parole. I bambini ricordano il lessico se è associato a qualcosa che ha senso per loro e un contesto piacevole facilita la memorizzazione. 
Al termine del libro abbiamo realizzato un cartellone: un grande foglio ospita un grande Gruffalo, il topino e i tre malcapitati predatori. Ci sono gli alberi, la casa della civetta, della volpe e del serpente; c'è un sentiero e una roccia. C'è il sole, le nuvole, il cielo, farfalle, lucertole e uccellini in volo. I bambini hanno scritto vicino a ogni disegno la parola inglese corrispondente: quando ho distribuito dei foglietti dove scrivere, erano contenti di poterlo fare, eccitati e curiosi, ma non intimoriti. Alcuni si sono cimentati da soli, guardando il quaderno alla ricerca della parola da scrivere; altri venivano vicino a me e insieme abbiamo ricordato la parola e l'abbiamo scritta, pronunciando cioè lettera per lettera usando l'alfabeto inglese.
Disegno di un bambino
Mentre lavoravamo per la realizzazione del cartellone, mi rendevo conto che non è necessario cambiare metodo in L2: possiamo affrontare l'insegnamento-apprendimento di una lingua straniera nello stesso modo in cui impostiamo le attività di letto-scrittura in Italiano. L'essenziale è partire da da un tema-argomento scatenante attività e giochi di lettura e scrittura. Un buon libro per bambini, possibilmente di un autore riconosciuto e valido per scrittura e tematiche affrontate, può rappresentare un contesto di apprendimento motivante. È indispensabile che l'insegnante non assuma un atteggiamento “integralista” nel rapporto con la lingua straniera: non si può pensare di usare l'Inglese come unica o prevalente lingua veicolare in classe, soprattutto agli inizi. L'obiettivo non è quello di stressare i bambini, di farli sentire inadeguati. Bisogna dosare il grado di difficoltà e presentare in Inglese solo ciò che si è sicuri che possa essere compreso attraverso l'intuizione e la logica, attraverso anticipazioni di significato guidate dal contesto di riferimento.
Se si presenta un libro è opportuno che l'avvicinamento al testo sia sereno, leggero. I bambini devono poter percepire il gusto e l'entusiasmo dell'insegnante-lettore. Si deve procedere guidando passo passo i bambini alla scoperta di altri suoni, di parole che saranno ricordate perché significano qualcosa di fondamentale per comprendere la storia, come i nomi dei personaggi principali. La lettura rappresenta sempre un'avventura, un viaggio. Leggere/ascoltare un libro in un'altra lingua apre porte inattese anche in bambini che sembrano indifferenti o si dichiarano non interessati alla lingua. La storia trascina, stimola la curiosità, scatena domande e riflessioni, attiva la logica.

Mentre leggevo i versi, mimavo le parole e i verbi che via via pronunciavo: i bambini si divertivano a indovinare cosa stessi mimando e associavano il significato alla parola letta. Era un gioco, una lettura attiva. Nessuno si è sottratto, nessuno è rimasto solo a guardare. C'era caos, ma era un disordine creativo e stimolante, pieno di buone speranze.
La fase successiva era forse più noiosa per i bambini, ma necessaria: si trattava di fissare sul quaderno le parole apprese: un' ulteriore tappa per la memorizzazione del lessico. Non si può tralasciare la scrittura nell'apprendimento di una lingua, è fondamentale. Inoltre i bambini si sentono gratificati nel momento in cui riconoscono le parole e il loro significato. I quaderni andavano via via arricchendosi di disegni e di nomi, di aggettivi, di verbi.
Una volta letta-mimata una parte, facevo ascoltare lo stesso brano dal CD, con la fluidità di un lettore madrelingua, con la giusta intonazione. E allora accadeva una magia: i bambini si accorgevano di comprendere ciò che stavano sentendo. Sentivano pronunciare le parole che avevano trascritto e ne ricordavano il significato. Se non tutto, comprendevano il senso generale. Si percepiva dai loro occhi, attentissimi a catturare i suoni che richiamavano una parola. 

Quando abbiamo concluso la lettura, ho atteso un po' prima di proporre la visione del cartone animato tratto dal libro. Il filmato è in rete. È in Inglese, completo. È stata una sorpresa per loro e per me. Non mi aspettavo un'attenzione così partecipata. Alcuni bambini parlottavano tra loro, commentando le scene. Il cartone comprende una sequenza non presente nel libro: dopo averla vista, ho interrotto la proiezione e ho chiesto loro se mi sapevano dire cosa stesse accadendo.
Immagine del film: https://vimeo.com/90957237
Le immagini aiutano a sviluppare le aspettative di coerenza: non si sono fatti intimorire dal fatto che non capissero cosa stessero dicendo i personaggi. Tutti hanno compreso la scena, avvicinandosi moltissimo al significato delle parole. So che a casa, alcuni di loro continuano a guardare il cartone. Me lo dicono, tutti entusiasti. Altri hanno comprato il libro, nella versione italiana. È nata una bella discussione collettiva riguardo la traduzione di un libro da una lingua all'altra. Tradurre è tradire? È modificare e stravolgere? La storia è la stessa, ma le parole no. Leggendo il libro in italiano, i bambini si sono accorti di alcune differenze e mi hanno chiesto perché, per esempio, “His favourite food is Owl ice cream”3 fosse diventato “e mangia civette con tutte le piume”4. Una bambina ha osservato:
«Due lingue diverse devono raccontare la storia con parole diverse! Le rime non possono essere le stesse!» Infatti come si può rendere la stessa rima traducendo alla lettera le parole e le frasi? “Wood” fa rima con “good” ma “bosco” non fa rima con “buono”.
Se i bambini si appassionano a un libro, se si divertono mentre imparano; se le parole evocano dei significati anche affettivi, la lingua straniera non sarà un ostacolo, non sarà un nemico. Una bambina mi ha detto: «Maestra, ora Inglese mi piace, mi piace il Gruffalo!»

Recensione pubblicata nella rubrica Letture del n° 2/2015 di CE. 

1Julia Donaldson, A spasso col mostro, Edizioni EL. Edizione italiana de The gruffalo.
2Listening, Speaking, Reading, Writing sono le competenze linguistiche corrispondenti a Ascoltare, Parlare, Leggere, Scrivere.
3Julia Donaldson, The Gruffalo, p.8: Il suo cibo preferito è il gelato di civetta.
4Ibidem, edizione italiana, p.8.

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