Recensione di
Iara Ciccarelli Dias
Iara Ciccarelli Dias
The Gruffalo
Testi di:
Julia Donaldson
Illustrazioni di:
Axel Scheffler
Macmillan, 1999
Consigliato a partire dai tre anni.
C'è un libro per bambini
che amo molto: A spasso col mostro1.
Si tratta di un albo illustrato. È scritto in versi e in rima. I
versi sono divertenti, cadenzati, facili da memorizzare e ripetere.
L'autrice è inglese.
Finora l'ho letto nella traduzione italiana. Ai bambini piace sia per
il testo sia per le illustrazioni, accattivanti, curate e ricche di
particolari.
Quest'anno l'ho letto in
lingua originale: oltre a Matematica, Scienze, Musica e Motoria, da
settembre insegno anche Inglese in due classi terze. Sebbene sia
stata io a scegliere di cimentarmi nell'insegnamento di L2, non posso
nascondere le mie preoccupazioni ad avviare un lavoro in una lingua
che sto studiando solo da due anni. Insegnare una lingua straniera
non è semplice, non è ovvio, non è scontato.
Interrogativi, dubbi e
tantissime perplessità: Come iniziare? In che lingua parlare? Cosa
proporre? Sono entrata in classe piena di timori: non sono laureata
in lingue, non conosco l'Inglese a tal punto da avere una perfetta
pronuncia. Ho il diploma PET che certifica un livello di conoscenza
della lingua che il M.I.U.R. ritiene sufficiente per rilasciare
l'abilitazione all'insegnamento. Che significa insegnare la lingua
inglese nella scuola primaria?
A parte tutte le
considerazioni che possono emergere a tal proposito, mi sono detta
che non sarei stata un'insegnante peggiore di altre, per lo meno
avrei potuto trasmettere la passione per una lingua straniera e
contagiare i bambini con la curiosità per un altro alfabeto, per
altri suoni, per altre parole. Avrei imparato con i bambini, proprio
come ho imparato ad amare la Matematica insegnandola. Questa speranza
si sta realizzando. Mi accorgo di giorno in giorno che mi piace
quest'avventura nell'universo linguistico inglese e mi piace come la
sto affrontando. Riscopro anche l'entusiasmo iniziale, quello che
anima le maestre a inizio carriera, appassionate di scuola, di
bambini e della relazione magica che si crea facendo insieme.
In una riunione di inizio
anno, le insegnanti delle medie hanno “chiesto” alle maestre di
Inglese della primaria di
concentrare l'attenzione sull'ascolto di parole frasi e
canzoni. Insomma, avremmo dovuto sviluppare il “Listening”2
e non il “Writing” Ma come si fa a tenere separate le competenze?
E come si può fare per mantenerle “unite”? Leggendo. Ho scelto
The Gruffalo di Julia
Donaldson, proprio quel libro che ero solita leggere ai bambini in
italiano.
In
libreria ho trovato una bella edizione in lingua originale con
allegato un CD. Le illustrazioni sono grandi e il CD contiene la
traccia audio del testo: una lettrice inglese legge la storia
interpretandola in modo coinvolgente con voci, esclamazioni, sospiri
e pause.
Illustrazione tratta dal libro |
La storia racconta di un topolino che durante una
passeggiata nel fitto bosco incontra, uno dopo l'altro, una volpe una civetta e un serpente. Il topino sembra appetitoso e i tre
animali vorrebbero mangiarlo ma il topo, piccolo ma astuto, riesce a
ingannare i predatori dicendo che deve incontrare una creatura
chiamata Gruffalo. Il topino descrive l'essere aggiungendo sempre
nuovi particolari spaventosi e per renderlo più terribile dice a
ciascuno di loro che il piatto preferito del Gruffalo è la volpe
arrosto, il gelato di civetta e il pasticcio di serpente.
A questo
punto i tre avventori affamati fuggono via spaventati e il topino
continua a passeggiare fischiettando, burlandosi della loro
stoltezza. Mentre passeggia
ridacchiando, s'imbatte nel mostro che pensava di essersi inventato.
Il Gruffalo vede la piccola creatura e vorrebbe mangiarla. Il
topolino però riesce a burlarsi anche del mostro gigante che alla
fine della storia si convince di avere di fronte un terribile topo
malvagio.
L'albo
è consigliato a bambini a partire dai tre anni di età. Io lo leggo
di solito in italiano fino alla terza classe. Non è una storia
scontata e non è prevedibile. Il topino descrive una creatura
mostruosa senza essere consapevole della sua esistenza. Quando
finalmente scopre che si tratta di un essere reale, non fugge, non si
scoraggia. Ha fiducia in se stesso, rischia, azzarda. Usa
l'intelligenza e la logica per prendere in giro un mostro molto più
grande, molto più forte, che potrebbe divorarlo in un istante. Ai
bambini non piacciono i libri ovvi, non piacciono le storie in cui si
intuisce il finale fin dall'inizio. Il Gruffalo è pieno di sorprese
che aiutano i bambini a intuire che niente è come appare: un piccolo
topo marrone può essere molto più furbo della volpe, più saggio
della civetta e più cinico del serpente e prevalere su un mostro
grande e grosso dotato di artigli, zanne e denti minacciosi.
Illustrazione tratta dal libro |
Anche
il testo inglese è in versi e in rima. Rime gustosissime e sonore.
Si intuisce un ritmo e una musicalità piacevoli. Oltre ad essere
gradevoli per i suoni che esse mettono in risalto, le rime aiutano a
memorizzare la pronuncia e a ricordare le parole. I bambini ricordano
il lessico se è associato a qualcosa che ha senso per loro e un
contesto piacevole facilita la memorizzazione.
Al termine del libro
abbiamo realizzato un cartellone: un grande foglio ospita un grande
Gruffalo, il topino e i tre malcapitati predatori. Ci sono gli
alberi, la casa della civetta, della volpe e del serpente; c'è un
sentiero e una roccia. C'è il sole, le nuvole, il cielo, farfalle,
lucertole e uccellini in volo. I bambini hanno scritto vicino a ogni
disegno la parola inglese corrispondente: quando ho distribuito dei
foglietti dove scrivere, erano contenti di poterlo fare, eccitati e
curiosi, ma non intimoriti. Alcuni si sono cimentati da soli,
guardando il quaderno alla ricerca della parola da scrivere; altri
venivano vicino a me e insieme abbiamo ricordato la parola e
l'abbiamo scritta, pronunciando cioè lettera per lettera usando
l'alfabeto inglese.
Disegno di un bambino |
Mentre
lavoravamo per la realizzazione del cartellone, mi rendevo conto che
non è necessario cambiare metodo in L2: possiamo affrontare
l'insegnamento-apprendimento di una lingua straniera nello stesso
modo in cui impostiamo le
attività di letto-scrittura in Italiano. L'essenziale è partire da
da un tema-argomento scatenante attività e giochi di lettura e
scrittura. Un buon libro per bambini, possibilmente di un autore
riconosciuto e valido per scrittura e tematiche affrontate, può
rappresentare un contesto di apprendimento motivante. È
indispensabile che l'insegnante non assuma un atteggiamento
“integralista” nel rapporto con la lingua straniera: non si può
pensare di usare l'Inglese come unica o prevalente lingua veicolare
in classe, soprattutto agli inizi. L'obiettivo non è quello di
stressare i bambini, di farli sentire inadeguati. Bisogna dosare il
grado di difficoltà e presentare in Inglese solo ciò che si è
sicuri che possa essere compreso attraverso l'intuizione e la logica,
attraverso anticipazioni di significato guidate dal contesto di
riferimento.
Se si
presenta un libro è opportuno che l'avvicinamento al testo sia
sereno, leggero. I bambini devono poter percepire il gusto e
l'entusiasmo dell'insegnante-lettore. Si deve procedere guidando
passo passo i bambini alla scoperta di altri suoni, di parole che
saranno ricordate perché significano qualcosa di fondamentale per
comprendere la storia, come i nomi dei personaggi principali. La
lettura rappresenta sempre un'avventura, un viaggio.
Leggere/ascoltare un libro in un'altra lingua apre porte inattese
anche in bambini che sembrano indifferenti o si dichiarano non
interessati alla lingua. La storia trascina, stimola la curiosità,
scatena domande e riflessioni, attiva la logica.
Mentre
leggevo i versi, mimavo le parole e i verbi che via via pronunciavo:
i bambini si divertivano a indovinare cosa stessi mimando e
associavano il significato alla parola letta. Era un gioco, una
lettura attiva. Nessuno si è sottratto, nessuno è rimasto solo a
guardare. C'era caos, ma era un disordine creativo e stimolante,
pieno di buone speranze.
La
fase successiva era forse più noiosa per i bambini, ma necessaria:
si trattava di fissare sul quaderno le parole apprese: un' ulteriore
tappa per la memorizzazione del lessico. Non si può tralasciare la
scrittura nell'apprendimento di una lingua, è fondamentale. Inoltre
i bambini si sentono gratificati nel momento in cui riconoscono le
parole e il loro significato. I quaderni andavano via via
arricchendosi di disegni e di nomi, di aggettivi, di verbi.
Una
volta letta-mimata una parte, facevo ascoltare lo stesso brano dal
CD, con la fluidità di un lettore madrelingua, con la giusta
intonazione. E allora accadeva una magia: i bambini si accorgevano di
comprendere ciò che stavano sentendo. Sentivano pronunciare le
parole che avevano trascritto e ne ricordavano il significato. Se non
tutto, comprendevano il senso generale. Si percepiva dai loro occhi,
attentissimi a catturare i suoni che richiamavano una parola.
Quando
abbiamo concluso la lettura, ho atteso un po' prima di proporre la
visione del cartone animato tratto dal libro. Il filmato è in rete. È in Inglese, completo. È stata una sorpresa per loro e per me. Non
mi aspettavo un'attenzione così partecipata. Alcuni bambini
parlottavano tra loro, commentando le scene. Il cartone comprende una
sequenza non presente nel libro: dopo averla vista, ho interrotto la
proiezione e ho chiesto loro se mi sapevano dire cosa stesse
accadendo.
Immagine del film: https://vimeo.com/90957237 |
Se
i bambini si appassionano a un libro, se si divertono mentre
imparano; se le parole evocano dei significati anche affettivi, la
lingua straniera non sarà un ostacolo, non sarà un nemico. Una
bambina mi ha detto: «Maestra, ora Inglese mi piace, mi piace il
Gruffalo!»
Recensione pubblicata nella rubrica Letture del n° 2/2015 di CE.
1Julia
Donaldson, A spasso col mostro, Edizioni EL. Edizione
italiana de The gruffalo.
2Listening,
Speaking, Reading, Writing sono le competenze linguistiche
corrispondenti a Ascoltare, Parlare, Leggere, Scrivere.
3Julia
Donaldson, The Gruffalo, p.8: Il suo cibo preferito è il
gelato di civetta.
4Ibidem,
edizione italiana, p.8.